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Citazione della settimana
CITAZIONE DELLA SETTIMANA
"...una volta che sai cos'è la cosa che vuoi che sia vera, l'istinto è un mezzo molto utile per metterti nelle condizioni di sapere che è vera."
(da Douglas Adams, Addio, e grazie per tutto il pesce; Milano, Mondadori, 1986)
lunedì 23 gennaio 2012
Pulp, di Charles Bukowski
Anno di pubblicazione (edizione originale): 1994
Titolo inglese originale: Pulp
Una parodia del genere pulp, ma non solo, e un saluto ironico e disilluso al XX secolo.
Nick Belane è l'investigatore più dritto di Los Angeles, ma si fa per dire. Cinquantacinquenne divorziato e un po' depresso, senza soldi e pieno di debiti, col vizio dell'alcol e dei cavalli e con uno spiccato interesse per l'universo femminile, è in sostanza la proiezione di Bukowski stesso.
Belane cerca di sbarcare il lunario attraverso la sua attività di investigatore privato, ma sembra dedicarsi più volentieri al bere e alle scommesse. All'inizio del romanzo, però, si trova a dover risolvere quattro casi piuttosto curiosi. Il primo gli viene affidato dall'attraente Signora Morte, che vuole scoprire se Celine (l'autore filonazista di Viaggio al termine della notte) sia riuscito a sfuggirle. Gli altri casi riguardano un marito geloso, una strana invasione di alieni e il misterioso Passero Rosso, che un certo John Barton (apparentemente un pezzo grosso) gli chiede di cercare.
Tra indagini, pedinamenti, bevute, risse ed episodi davvero esileranti, Belane, assillato dai suoi creditori e raggirato da una banda di similmafiosi, riuscirà a portare a termine, più o meno felicemente e in modo non molto convenzionale, tutti gli incarichi, trovando infine, in una situazione inaspettata quanto spiacevole, anche il tanto assurdamente cercato Passero Rosso.
Nel suo ultimo romanzo (uscito postumo), Charles Bukowski si proietta nel personaggio di Belane, che eredita così i vizi e il carattere che contraddistinguono l'autore negli scritti più apertamente autobiografici. Attraverso la figura dell'investigatore, burbero e cinico, ma profondamente umano, traspaiono la figura dello scrittore e la sua visione ormai disillusa e un po' malinconica della vita e della società che lo circonda. Ma, accanto a questo fondo di amarezza, il romanzo è percorso da una vivace e costante ironia, rivolta prima di tutto agli stereotipi del genere pulp e poliziesco, ma anche a tutte le vicende e gli atteggiamenti umani in cui la narrazione si imbatte, a partire da quelli del protagonista (controfigura dell'autore).
La prospettiva autoironica e il carattere di Bukowski si riflettono anche nella raffigurazione che lo scrittore, nel romanzo con cui saluta i suoi lettori, fa della morte, una donna bellissima, fredda e severa, che lo guarda con simpatia e con un po' di commiserazione.
Oltre a Pulp, Charles Bukowski (1920-1994), scrittore statunitense di origine polacca nato in Germania, ci ha lasciato altri cinque romanzi, tra cui Post Office (1971) e Factotum (1975), otto raccolte di racconti, tra cui Storie di ordinaria follia (1972), nonché moltissimi libri di poesie e alcuni altri scritti di prosa (come il diario Il capitano è fuori a pranzo (1998).
G&J
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La recensione è fatta talmente bene che mi sono incuriosita e mi cercherò il libro. Vero
RispondiEliminaCiao, grazie!
RispondiEliminaMi fa molto piacere che la recensione ti sia piaciuta.
E' davvero un bel libro secondo me!
Bellissimo davvero, l'ho letto e ne sono rimasta affascinata.
RispondiEliminaE' troppo forte Bukowski!!
Io lo consiglio a tutti perchè è un autore che nei suoi libri mette il cuore e ogni volta che lo si legge si ha quasi l'impressione di diventare più che un suo lettore, un suo caro amico.
Grazie per aver proposto questa bel libro nel tuo blog.
Ciao, hai ragione, Bukowski riesce sempre a coinvolgere il lettore dando a quello che scrive una prospettiva molto personale. Alla fine è impossibile non affezionarsi alla sua umanità, per quanto sia piuttosto fuori dagli schemi, diciamo:-)
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