Per voi un blog dedicato interamente ai Libri: libri antichi, moderni, contemporanei, divertenti, impegnati, di ogni genere e argomento. Un blog dedicato, però, anche a ciò che va oltre i libri, a ciò che da essi scaturisce: idee, sentimenti, riflessioni e tutto quello che, dalla notte dei tempi ai nostri giorni, ha sempre spaventato i dittatori, i fanatici e gli ipocriti ed ha sempre fatto progredire la civiltà e la libertà interiore di ogni individuo.
Citazione della settimana
CITAZIONE DELLA SETTIMANA
"...una volta che sai cos'è la cosa che vuoi che sia vera, l'istinto è un mezzo molto utile per metterti nelle condizioni di sapere che è vera."
(da Douglas Adams, Addio, e grazie per tutto il pesce; Milano, Mondadori, 1986)
sabato 8 dicembre 2012
I colori del buio, di L. Boerci e F. Visentin
Anno di pubblicazione: 2009
(Ibiskos Editrice, Risolo)
I colori del buio, di Laura
Boerci e Filippo Visentin, è un romanzo davvero unico, capace di far vedere
e capire una realtà che troppi, incredibilmente, ancora oggi ignorano e
travisano.
Riportiamo di seguito, come presentazione, una
parte significativa della bellissima prefazione del libro, scritta da Daniela
Floriduz.
«È la primavera del 1948. L'Italia, nella decisiva
tornata elettorale del 18 aprile, si appresta a consegnare il proprio futuro a
"due opposte Chiese": quella comunista e quella cattolica. La Grande
Storia irrompe nel microcosmo rurale di Badile, borgo situato a una decina di
chilometri da Milano. La vita di quella piccola comunità, scandita dal ritmo
eterno delle stagioni e dei riti religiosi, registra con sgomento e stupore il
"nuovo che avanza": i giovani avvertono la presenza di un futuro che
preme, incalzante, inducendoli a coltivare speranze di riscatto sociale, di una
vita diversa da quella dei padri; le donne sono chiamate a nuove responsabilità
politiche, sono combattute fra la fissazione tradizionale del loro ruolo e il
desiderio di affermare se stesse e si interrogano su un domani, reso incerto
dalla guerra appena conclusa, dalla miseria imperante.
[...]
Badile è cifra, metafora di altrettanti paesini
adagiati sulle campagne del Lombardo-Veneto, dove la povertà impone la sua ferrea
legge di stenti e ristrettezze, attivando meccanismi di solidarietà, di
vicinato, ma anche attizzando pregiudizi atavici, nutriti di pettegolezzo
paesano.
Su questo sfondo, campeggia la storia di Sergio e
Marta, una storia che potremmo definire come la traduzione concreta, affettiva,
di ciò che comunemente va sotto il nome di integrazione sociale. I due
protagonisti, infatti, ben lungi dal rappresentare esclusivamente se stessi,
permettono di mettere in scena da un lato il pregiudizio di classe, dall'altro
la disabilità, in particolare quella visiva. Potrà mai sorgere una storia
d'amore tra una contadina ed un ricco borghese, colpito alla nascita dalla
cecità? È una domanda che risuona con accenti immutati anche oggi, quando tante
barriere si sono sgretolate, anche per effetto dei mass-media, che hanno
contribuito, in parte, ad avvicinare le persone, ad estirpare l'ignoranza.
Eppure, anche nelle nostre società cosiddette evolute, è ancora necessario
abbattere innumerevoli cliché fossilizzati che, rendendo miopi gli occhi delle
menti, impediscono di osservare le persone per ciò che sono, al di là delle
loro caratteristiche esteriori. Anche oggi la "diversità" genera
timore, non curiosità e viene vista e vissuta come un limite, non tanto come
una forma di arricchimento, forse per il disagio inconsapevole che impedisce a
molti di guardarsi dentro, per la paura di incontrare quell'alterità profonda
che abita dentro ad ognuno, alterità con la quale la frenesia della vita
quotidiana vieta di fare concretamente e seriamente i conti. L'incontro tra
Marta e Sergio è descritto senza accenti di retorica e di pietismo, due tonalità
che accade assai di frequente di incontrare oggi, in una società che vive di
strumentalizzazioni, inducendo di frequente a distogliere lo sguardo dal nucleo
essenziale, problematico e stimolante della disabilità. [...] Dopo l'incontro,
qualunque ne sia l'esito, Marta e Sergio sono entrambi mutati nel profondo,
cresciuti, diventati migliori. Per entrambi, si tratta di una scuola di
emozioni di rara intensità, che conferisce significato e pregnanza ad una vita,
resa grigia dalla miseria da un lato, dall'ingiustizia ottusa della forzata
solitudine dall'altro. Un romanzo di formazione, che descrive il sogno di non
finire con le spalle al muro dopo essere stati espropriati di un futuro
autentico, personale, autonomo, da un destino già assegnato alla nascita. [...]»
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Ciao!
RispondiEliminaDai un'occhiata al mio blog
http://www.angolocreativopinella.blogspot.com
C'è qualcosa che ti riguarda!!
Buona giornata!
C'è una sorpresa per te, passa a dare un'occhiata al mio blog:-)
RispondiEliminaCiao e grazie davvero sia a MR Sartoria che a Pinella! Intanto vi ringrazio qui, poi lo farò anche sui vostri blog. Scusate per il ritardo, ma sono giorni a dir poco carichi di impegni.
EliminaA presto!
Bob
Davvero interessante,grazie, l'ho letta con piacere!
RispondiEliminaCiao, complimenti per il tuo blog, passa nel mio, c’è una sorpresa per te … Saluti, Joe
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